EEG NEUROFEEDBACK 

Training delle onde cerebrali

EEG NEUROFEEDBACK

Con questo tipo di training si allenano direttamente le varie bande di frequenza, su tutte le aree cerebrali, utilizzando i dati che sono stati precedentemente identificati attraverso il qEEG, per permettere al cervello di stabilire un nuovo e più funzionale set di pattern di funzionamento.
 Il Piano di Training è studiato principalmente per modificare: 
  •  i livelli di energia cerebrale (Pattern di Frequenza)
  • la loro distribuzione all’interno del cervello (Pattern di Simmetria)
  • la capacità delle aree di operare indipendentemente e condividere le informazioni in modo efficiente (Pattern di Connettività)
Questo tipo di training è strettamente integrato con un percorso di tipo psicologico, di vari livelli e complessità in base al giudizio del clinico.
Maggiori informazioni

COSA SUCCEDE DURANTE UNA SEDUTA DI EEG NEUROFEEDBACK?


In genere il tempo reale di training delle onde cerebrali è di 30-40 minuti all'interno di una seduta di un'ora totale.
Il clinico, utilizzando le informazioni acquisite dal qEEG Brain Map (mappatura cerebrale con EEG quantitativo) e dalla fase di assessment svolta precedentemente, sceglie i siti cerebrali attraverso il posizionamento di sensori montati su una cuffia per EEG, per poter registrare, analizzare e monitorare l'attività cerebrale grazie al sofisticato sistema elettronico.
La persona che si sottopone al training guarda un video o un film o giochi simili a video games. 
Quando il cervello raggiunge l'obiettivo stabilito dal neuropsicologo, (ad esempio la riduzione di ampiezza di una o più bande di frequenza),  vengono fornite delle "ricompense" in termini uditivi e visivi (ad esempio l'immagine è più nitida e i suoni vengono arricchiti). 
Al contrario, se il cervello non  sta manifestando attività consona a quanto richiesto, viene fornito un tipo di informazione negativa (ad esempio, il video si blocca).
Gradualmente, il cervello apprende a rispondere ai segnali di ricompensa, e quindi a "comportarsi" in modo più flessibile e stabile.
Un aumento dell'autoregolazione dell'attività elettrica cerebrale permette di ottenere la miglior risposta da parte del cervello e, di conseguenza, della mente in qualsiasi situazione di vita quotidiana.

SI TRATTA DI PURO E SEMPLICE APPRENDIMENTO


Sebbene la tecnologia alla base sia complessa, il processo è semplice, senza alcun dolore e totalmente non-invasivo.
E' semplice apprendimento.
La persona impara a modificare la propria attività cerebrale esattamente nello stesso modo in cui si può imparare una qualsiasi altra abilità.
Attraverso il feedback e la pratica si impara. 
Ciò che è nuovo, speciale e unico nel neurofeedback è che si viene guidati da una forma di informazione "di ritorno" che altrimenti non ci sarebbe disponibile nella vita di tutti i giorni.
Con il neurofeedback infatti il cervello riceve un'informazione istantanea (250 millisecondi) rispetto ai cambiamenti nella sua attività elettrica e viene "premiato" quando tende a produrre un tipo di attività corrispondente a quella richiesta, mentre non riceve alcun segnale di ricompensa quando non la produce. In pratica, ogni quarto di secondo l'attività elettrica viene comparata con l'obiettivo di cambiamento, restituendo l'informazione al cervello stesso tramite ricompense quando l'obiettivo è raggiunto, oppure non ricompensando l'attività cerebrale quando non corrisponde a quanto atteso.
Con questo tasso di informazione, il cervello in 20 sedute riceve mediamente 144.000 opportunità di apprendimento. Impossibile ottenere lo stesso risultato in condizioni di vita quotidiana.
E' davvero una quantità di pratica e ripetizione incredibile. La ricerca neuroscientifica ha dimostrato che l'esercizio ripetuto da parte delle reti neurali plasma il cervello.
Ecco cosa rende unico il Neurofeedback.


LE BANDE DI FREQUENZA CEREBRALE

L'attività elettrica del nostro cervello è direttamente responsabile di tutti i nostri stati mentali ed emotivi. Ma non solo.

Il cervello fa parte del Sistema Nervoso Centrale, che elabora tutte le informazioni che arrivano dai sensi. I fenomeni elettrici generati dai neuroni, che si esplicano nell’attività ritmica delle onde cerebrali, sostengono il delicato e complicato compito di controllare ogni pensiero e azione
L’attività elettrica è necessaria per la trasmissione dei messaggi all’interno del neurone e per il rilascio dei neurotrasmettitori tra neuroni. 
Le onde cerebrali vengono categorizzate in base alla loro frequenza (cicli al secondo, o Hertz) e misurate in base alla loro ampiezza o tensione (microVolt). Il sistema nervoso opera meglio quando riesce ad essere flessibile e cambiare funzionamento anche durante un’unica attività, passando da momenti di concentrazione a momenti di riflessività o creatività. 
Insomma, tutte le varie frequenze devono essere presenti, poiché ognuna di esse ha delle specifiche funzioni cerebrali da sostenere. Tuttavia a volte si generano degli squilibri che fanno sì che ci sia ad esempio la predominanza di un ritmo cerebrale, cosa che ha come risultato una riduzione della flessibilità di funzionamento del SNC.

Le bande di frequenza e le loro correlazioni con gli stati mentali
Ci si riferisce principalmente a 5 ritmi cerebrali: Delta, Theta, Alpha, Beta e Gamma. A seconda della loro frequenza si parla di onde “lente”, “medie” e “veloci”. Sono ulteriormente divise in diverse bande di frequenza che ne identificano con maggior precisione le caratteristiche. Possiamo pensare alle varie frequenze cerebrali paragonandole alle marce di un’automobile: ognuna di loro è indispensabile, e deve essere disponibile a seconda delle condizioni richieste dalla guida.
Le onde Delta sono quelle più lente. Sono dominanti durante i primi anni di vita, sono le più rappresentate durante il sonno e sono presenti durante lo stato di Coma. In alcuni casi possono essere segno di trauma cerebrale ma si possono riscontrare anche normalmente ad esempio durante compiti di problem solving. Nei bambini, assieme alle onde Theta, possono essere indicative di ADD/ADHD o disturbi dell’apprendimento.
Anche le onde Theta sono onde lente. Sono associate agli stati di veglia in cui la focalizzazione è verso l’interno, ma anche alla spontaneità, alla spiritualità e alla creatività per quanto riguarda la parte alta della banda. La parte bassa corrisponde a uno stato di sonnolenza e distraibilità. Sono evidenti durante la fase REM del sonno e nello stato di veglia normalmente non dovrebbero essere quelle principali. Quando sono eccessive o asimmetriche possono essere indicative di stati ansiosi, depressione, condizioni neurologiche come Epilessia, danni cerebrali, Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADD/ADHD).
Le onde Alpha sono di media velocità. La loro presenza, che deve essere evidente soprattutto nella parte posteriore del cervello e in particolare nell’emisfero destro, è associata alla chiusura degli occhi e a stati di calma e prontezza mentale. Rappresentano un’importante frequenza di tipo integrativo. Un eccesso di queste onde nelle zone “sbagliate” può causare una serie di disagi che spaziano dalla sfera dell’umore a quella dell’efficienza cognitiva.
Le onde Beta sono veloci. Sono associate con l’attivazione fisiologica, l’attenzione, la concentrazione, il pensiero analitico, l’orientamento del focus verso l’esterno, la risoluzione di compiti e altri processi intellettivi. Sono dunque le onde del nostro “normale” stato di coscienza, presenti soprattutto quando siamo focalizzati su un’attività esterna, come ad esempio parlare o leggere. Le Beta delle bande inferiori sono associate a pensiero chiaro, stato di allerta e concentrazione e sono necessarie per un’elaborazione delle informazioni efficace, mentre le Beta delle bande superiori sono tipiche di stati ansiosi, pensiero ruminativo e agitazione.
Le onde Gamma sono onde molto veloci e sono state individuate in epoca più recente rispetto alle altre e quindi ad oggi conosciute in modo meno approfondito. Sono riscontrabili in momenti di massima performance (fisica e mentale) e profonda concentrazione.
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